marzo, aprile 2020, ..
.In questi mesi di emergenza sanitaria noi Giardiniere
ABBIAMO VISTO
le città tornare silenziose, luminose e pulite
gli animali attraversare le strade, curiosare nei giardini, non temere gli umani
il cielo libero dagli incessanti passaggi degli aerei
la drastica riduzione di mobilità, consumi, esigenze, anche quelle ispirate a modelli di vita poco salutari
ABBIAMO CAPITO
che “non si può restare sani in un mondo malato” (Papa Francesco)
che la relazione tra la cultura e la natura, tra ciò che è umano e ciò che è naturale non può più essere ispirata al dominio, all'asservimento, allo sfruttamento sconfinato dell'umano contro la Terra
che la natura si ribella a questo dominio e lo fa da un momento all'altro, in modo intelligente, imprevedibile e paradossale, ad esempio con un virus che togliendoci il respiro, ci permette di respirare
che un sistema che si fonda sulle emergenze (sociale, climatica, ambientale, sanitaria, demografica, alimentare..) è un sistema profondamente ingiusto e predatorio, un sistema che è, di per sé, L'EMERGENZA
che la nostra società occidentale antropocentrica, costruita sulla cultura dello scarto, di cose e di persone, e dell'uso illimitato delle risorse naturali, va drasticamente in crisi se non lo può più fare, anche solo per un brevissimo periodo
ABBIAMO PENSAT0
che occorre un cambio di civiltà, dove la relazione umano/natura, uomo/donna siano relazioni tra due soggetti, senza dominio e sopraffazione dell'uno sull'altra
che la città va ripensata: i tempi e gli spazi dell'abitare, dello studiare, del lavorare e del vivere siano a misura dei corpi piccoli e grandi, forti e vulnerabili, giovani e vecchi, una casa-città, una città-giardino mondo, come la immaginava Charlotte Perkins
che la progettazione urbanistica pre-veda la soddisfazione dei bisogni sociali, culturali, economici, sanitari col criterio della prossimità, una città attenta al vivente, una living city, come l'ha prefigurata Jane Jacobs
che lo spazio e il tempo della città insieme ad aria, cibo e acqua siano amministrati col criterio dei beni in comune, beni che abbiamo ricevuto in dono, da gestire e curare per noi e le future generazioni
che il mercato, il PIL, la produzione incessante e ultrarapida di beni e servizi, senza misura e
senza limite, vada confrontata con i criteri della vita e della cura, della interdipendenza e della
reciprocità che la “ripresa” non significhi replica, riproduzione, ritorno alla normalità, perché “la normalità era
il problema”
Il Comune di Milano ha pubblicato nel maggio 2020 un Documento aperto al contributo della città, con lo scopo di elaborare
una strategia per la cosiddetta Fase 2 dopo Covid.
La nostra associazione ha partecipato inviando al Comune, i seguenti contributi
a) progetto denominato Rimani, strategie di adattamento (qui sotto
consultabile)
b) proposta di utilizzo della PdA per camminate e corse lungo due percorsi ben delineati (qui sotto consultabile)
c) proposta sulla Mobilità direttrice via Novara, quale collegamento con centro città, stadio, MM5 e parchi dell’Ovest alternativo al traffico privato (qui sotto consultabile)